Non passa mese senza che telegiornali, stampa, interventi nelle aule parlamentari parlino di fatti relativi ai concorsi truccati nel mondo dell’Università e della ricerca in Italia. Tante vicende, concluse e non, comprese quelle in cui i tribunali si sono pronunciati ma le Università si sono poi rifiutate di dare applicazione alle sentenze. Dalla storia di Giambattista Scirè e da quella di molti altri docenti e ricercatori che hanno vissuto esperienze simili - scrive l'articolo di "Business Insider" del 6 marzo 2019 - è nata la volontà di unirsi e di creare l’associazione “Trasparenza e merito – L’università che vogliamo”, con lo scopo di fornire supporto a chi si trova vittima di concorsi truccati e vuole fare ricorso. L’associazione ha avviato anche una sorta di “gemellaggio” con l’Oicu, l’ "Osservatorio Indipendente Concorsi Universitari", che si occupa soprattutto di monitorare bandi e commissioni per verificarne la legittimità e segnalare tempestivamente agli Atenei eventuali irregolarità.
L'unione fa la forza: infatti, da questa collaborazione è scaturita tutta una serie di proposte e richieste fatte al Miur, riportate in dettaglio nel contenuto dell'articolo. Quello che serve, oltre a poche regole, semplici e chiare - continua "Business Insider" - è soprattutto la certezza di sanzioni e pene. Ad esempio l’interdizione dai pubblici uffici, o delle multe commisurate al reato che colpiscano direttamente i commissari ritenuti responsabili della frode. Ma dopo aver aperto una mail istituzionale, che doveva essere seguita dal portavoce del viceministro Fioramonti, la ex "iena" Dino Giarrusso, per raccogliere segnalazioni e denunce di irregolarità nei concorsi - arrivate a centinaia - sono seguite finora solo risposte automatiche che assicuravano che gli interessati sarebbero stati ricontattati.
A distanza di diversi mesi - conclude l'articolo - non è arrivata nessuna risposta vera da parte del Miur, nessuna azione concreta di intervento è stata fatta. Dopo la redazione di "Wired", come è scritto in un precedente articolo del nostro sito, anche quella di "Business Insider" ha ripetutamente cercato di avere una risposta da Giarrusso, ma non ci sono stati segnali a riguardo. Anzi, va precisato che nel novembre 2018 è stata emessa una nota dal Miur che non tiene conto delle sentenze della giustizia amministrativa in tema di contratti di insegnamento, e che sembra dare manforte alle irregolarità perpetrate da alcuni atenei.
I candidati, dunque, hanno iniziato a prendere coraggio (c'è stato un aumento esponenziale dei ricorsi e delle sentenze accolte negli ultimi 2 anni), le associazioni si stanno mobilitando, alcune università iniziano a correre ai ripari annullando bandi sartoriali e ricusando commissioni di concorso. Quello che manca, ad oggi, è un percorso chiaro del Ministero, per ora solo abbozzato in iniziative tutt'altro che chiare.
Infine, le due associazioni assicurano: “Prenderemo provvedimenti e agiremo verso il Ministero per chiedere conto del mancato operato”.
E' questo il contenuto di un lungo articolo, molto approfondito, di Michela De Biasio, con intervista all'amministratore e portavoce Scirè, su "Business Insider".
Leggi l'articolo on line su "Business Insider" del 6 marzo 2019
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