L'articolo di Antonio Massari sul "Fatto quotidiano" del 12 marzo 2021.
Concorsopoli Ateneo - Careggi. I prof e lo scambio di favori. I pm: "Esiste un centro di potere che gestisce la cosa pubblica come se fosse cosa propria".
"E' un quadro ancora una volta desolante quello che emerge dalle indagini sull'ateneo fiorentino Careggi. Le parole del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del pm Antonino Nastasi sono durissime: "Il dato più significativo che emerge dai risultati investigativi finora conseguiti è l'esistenza di un centro di potere che gestisce la cosa pubblica come se fosse "cosa propria", come se tutto quel che riguarda la vita universitaria debba essere gestito in funzione personale con scambi di favori, facilitando i propri clientes nell'occupazione di posti di ricercatore e di professore ordinario e associato. A queste valutazioni deve aggiungersi la sicumera di impunità degli indagati, i quali hanno agito con dispregio delle regole di legalità, oltre che dei principi istituzionali di efficienza e imparzialità dell'azione amministrativa, nonostante la consapevolezza della sussistenza di plurime investigazioni in atto". E quindi, nonostante si sapesse delle indagini in corso, secondo l'accusa nulla cambiava all'interno dell'ateneo fiorentino. Il Fatto è in grado di rivelare alcuni degli episodi e delle conversazioni intercettate che hanno portato la Procura guidata da Giuseppe Creazzo a queste conclusioni, a iscrivere 30 persone nel registro degli indagati e a chiedere l'interdizione del rettore Luigi Dei e di altri professori. Prendiamo per esempio il concorso per "professore ordinario di Chirurgia plastica e ricostruttiva, Chirurgia pediatrica e Urologia" bandito dall'Università Politecnica delle Marche. Il 14 maggio 2020 viene intercettata una conversazione tra il professore Marco Arini e Andrea Benedetto Galosi "soggetto predeterminato vincitore della procedura concorsuale". Carini gli riferisce di aver avuto un colloquio con Andrea Giovagnoni (non indagato), professore ordinario e componente del Cda dell'università marchigiana. Carini spiega a Galosi che Giovagnoni gli ha chiesto i nomi dei tre commissari: "Ti volevo dire, allora ho parlato con Giovagnoni questa mattina... e mi ha chiesto i tre nomi". Il bello però arriva dopo: Carini chiede a Galosi che è il futuro candidato, di voler condividere con lui la scelta dei tre commissari che lo esamineranno. "Li volevo condividere con te". E mentre elenca i nomi indica se stesso come presidente del collegio. "Pensavo di andarci io come presidente del collegio...e poi anche per questioni di vicinanza.. con Brambilla e Mearini...se tu sei d'accordo". Di fatto - scrivono i pm - colui che avrebbe presentato domanda per la partecipazione alla procedura concorsuale veniva coinvolto nella scelta di doloro che avrebbero dovuto esaminarlo (...) Carini, secondo l'accusa, "in più di un'occasione si è definito un "uomo di sistema", ossia come soggetto facente parte e che si mette a disposizione di un consolidato apparato clientelare". MA non è l'unico. Il professor Francesco Montorsi è ritenuto dagli inquirenti il suo "contraltare" nei concorsi presso le università di Milano e di Brescia. "Montorsi - si legge negli atti -è permeato da una primitiva logica mercantile: il baratto. Costi non è neanche minimamente sfiorato dall'idea che una procedura concorsuale debba premiare il migliore ma è fermamente convinto che debba essere appannaggio di un suo favorito". Per quanto riguarda il rettore Dei l'accusa scrive che ha persino "adottato un regolamento per permettere la nomina di un professore straordinario di un soggetto non inserito nel dipartimento universitario". Il tutto per "rispettare gli accordi di illeciti conclusi con l'azienda ospedaliera".
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