Report sulla riunione degli Associati fondatori e aggiunti di Tra-Me del 1 dicembre 2018
L'Associazione Trasparenza e Merito L'Università che vogliamo aggiorna la propria azione, in continuità e persistenza con alcuni punti ma in discontinuità con altri, cambiando passo.
La libertà e il coraggio rimangono i capisaldi, sono stati sempre due aggettivi che ci hanno contraddistinto, fin dagli inizi. Per fare cosa?
Per contribuire a cambiare un sistema universitario troppo spesso in mano e gestito da gruppi di potere che agiscono sotto le mentite spoglie delle cosiddette "scuole" ma che usano metodi clientelari , massonici, in certi casi contraddistinti anche da comportamenti mafiosi, nel terreno fertile di un ambiente accademico troppo spesso assente, silenzioso, omertoso.
Per mettere finalmente al centro la trasparenza nelle procedure di reclutamento e il merito nei criteri di valutazione.
Il primi 8 mesi dalla nascita sono stati impegnati in una martellante azione di ricorsi, denunce, segnalazioni, articoli e interviste per rendere pubblico il problema dei concorsi universitari truccati e del reclutamento irregolare. A questo proposito, l'associazione ha subito numerosi e virulenti attacchi da una parte del mondo accademico in quanto, ad avviso di qualcuno, addirittura sarebbe uno strumento di pressione finalizzato al reclutamento dei non vincitori, a condizionare chi è chiamato a decidere sul piano dei procedimenti giuridici, svolgerebbe una funzione di interferenza sulla discrezionalità delle commissioni e minerebbe, dunque, l'autonomia universitaria come caposaldo della comunità scientifica. Viene da chiedersi se in uno Stato civile degno di questo nome la cosiddetta autonomia universitaria o della scienza prevede che le commissioni possano utilizzare a proprio piacimento i fondi pubblici per fare interessi personali a favore di un candidato prescelto. Siamo al paradosso per cui se il comportamento di una commissione di concorso viene censurato da un Tar o da un CdS il corpo accademico ostracizza i candidati vittime di tali abusi e non i commissari che quegli abusi hanno commesso.
Come capite ci troviamo di fronte al capovolgimento della realtà fattuale che, per fortuna, è molto semplice e intuitiva: la vittima di un concorso truccato anziché essere costretto rivolgersi, in solitaria, alla magistratura per cercare di ottenere giustizia di fronte a clamorose e devastanti irregolarità e abusi, subendo di tutto, ritorsioni, minacce, isolamento, per la prima volta, può fare rete insieme ad altre persone che hanno vissuto le stesse vicissitudini e può riuscire, anche in questo caso per la prima volta nella storia italiana, ad avere ascolto presso l'opinione pubblica, presso le istituzioni e gli organi competenti, addirittura con la prospettiva di modificare i meccanismi di reclutamento.
Si tratta, come ben capite, di una vera e propria rivoluzione culturale nell'ambito dell'università italiana.
Nei 4 mesi successivi, a seguito di un incontro pubblico con il viceministro Fioramonti, sono state individuate alcune strade da percorrere sui casi da noi segnalati, con richiesta di chiarimenti, spiegazioni, controlli e interventi da parte del Miur, e a livello di proposte di modifiche legislative.
Adesso, dopo questo recente incontro del 1 dicembre, è finito il tempo della fiducia gratuita. L'associazione ha deciso di intraprendere, attraverso tutta una serie di comunicati, un forcing e una pressione fortissima nei confronti del Miur affinché si passi dalle parole ai fatti, in particolare chiedendo, formalmente, il commissariamento, in alcuni casi, e le dimissioni, in altri casi, di quei responsabili degli uffici amministrativi del Ministero che continuano a bloccare tutti gli atti concreti in direzione della "tolleranza zero" contro il reclutamento illegale, in evidente continuità con i governi precedenti e in chiara azione di copertura di abusi e irregolarità svolte, a vario titolo, in tantissimi atenei italiani , nei settori scientifico disciplinari più disparati, nell'ambito dei concorsi locali e della Abilitazione scientifica nazionale. Qualora ciò non accadesse in tempi brevissimi, l'associazione porrà fine alla propria apertura di credito al programma ipotizzato di lotta al baronato e al reclutamento pilotato, ma finora irrealizzato, dal governo e dall'attuale Miur.
L'associazione si è riunita in assemblea degli Associati fondatori e aggiunti sabato 1 dicembre 2018. Erano presenti Giambattista Scirè (portavoce e amministratore unico), Anna Maria Monteverdi, Antonella Fioravanti, Giuseppe Cavallaro, Adamo Domenico Rombolà, Agnese Rapposelli, Alice Baradello, Paolo Voci, Nuccio Chiricolo, Antonio Zuorro. Pierpaolo Sileri è intervenuto nel pomeriggio con una video chiamata.
La seduta ha avuto inizio con un minuto di silenzio per ricordare la tragica morte per suicidio del collega universitario Luigi Vecchione, assegnista di ricerca presso l'Università La Sapienza di Roma.
In primo luogo è stato deciso di potenziare la rete nazionale degli avvocati dislocati su tutto il territorio, suddivisi per competenze (ricorso a Tar, CdS, Corte dei conti, Tribunale penale, giudice del lavoro) e per regione, che condividano le finalità dell'associazione. Si sottolinea come questi avvocati debbano garantire per gli iscritti una consulenza totalmente gratuita e poi, per l'avvio e il prosieguo del procedimento giudiziario, tariffe ad “equo compenso”, cioè a dire i minimi tariffari che sono previsti dal D.M. 55 del 2014. Viene proposto l'ingresso nel gruppo, con soddisfazione di tutti, dell'avvocato Mara Boffa, che ha portato positivamente a compimento l'iter giudiziario del caso di Anna Maria Monteverdi, culminato con il suo reintegro, e che ha già avuto modo di partecipare al servizio / intervista televisiva del Tg2 insieme ad alcuni membri dell'associazione. Allo stesso modo è stato deciso di individuare e coinvolgere nel gruppo una figura di psicologo da poter mettere a disposizione in caso di situazioni particolarmente gravi a livello emotivo, come purtroppo già pervenuti.
Un'altra decisione importante è stata quella di chiamare finalmente a raccolta tutti gli iscritti, i tanti e numerosissimi colleghi (quasi 300) che intendano contribuire e partecipare a questa importante battaglia al fianco e dentro l'associazione. Di questi iscritti ce ne sono già alcuni che hanno dei casi clamorosi ed eclatanti , con tanto di ricorsi, denunce e anche sentenze già emesse. L'occasione affinché queste persone possano uscire allo scoperto, mettendoci la faccia proprio come accaduto allo scorso convegno, sarà un grande evento, da tenersi a gennaio/febbraio. Sarà la seconda edizione del “Raccontateci la vostra storia. L'Associazione incontra la stampa e gli iscritti”. In questa occasione verranno presentati alcuni gravi casi di nuovi iscritti e verrà resa pubblica la proposta di modifiche alla legge sul reclutamento firmata da noi insieme all’Osservatorio indipendente sui concorsi universitari, associazione con la quale siamo da tempo gemellati e con la quale è stato già avviato un percorso di collaborazione sulle bozze della proposta e con precedenti comunicati comuni. Durante questo incontro, l'associazione intende coinvolgere e invitare alcune importanti personalità come il viceministro del Miur Fioramonti, il dott. Cantone dell'Anac, il presidente della Commissione antimafia Morra, o il magistrato Dott. Gratteri.
In ultimo, l'associazione, su suggerimento di molti, sta valutando l'eventualità di iniziare a seguire anche ricorsi relativi ai centri di ricerca, Cnr e Afam, di mettere in piedi una "task force" che lavori in modo coordinato su problematiche di trasparenza che riguardano l'ambito medico per procedure presso università e policlinici. Ha anche formalizzato un inizio di collaborazione con l'associazione anti-mafia "Cortocircuito".
Presto avrete notizie sulle azioni che intendiamo intraprendere e sulle quali profonderemo, come sempre, il massimo impegno. Poi comunicheremo i dettagli sull'evento da organizzare.
A presto,
TraMe
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